L’arte e il teatro posso diventare strumenti per insegnare una lingua. Da questa idea è nato il progetto “Migro nell’arte”, che si propone di insegnare l’italiano a un gruppo di cittadini stranieri, utilizzando un metodo nuovo: laboratori artistici, di ceramica, di fotografia, performance teatrali.
Il progetto è nato dall’incrociarsi di due strade: quella di
Patrizia Piccolo, con alle spalle esperienze di educatrice, progetti con le
donne, doposcuola e teatro, e quella di Sarah Lanzoni, attiva nella compagnia
Teatro Nexus, che si sta specializzando al Teatro Nucleo proprio nella
professione di operatori di teatro nel sociale. “Abbiamo unito le nostre
professionalità alla nostra passione”, riassume efficacemente Patrizia.
La loro strada comune ha incrociato quella di
Arcisolidarietà, associazione che accoglie senzatetto a Rovigo, tra cui diversi
cittadini stranieri. Dalle difficoltà di diversi immigrati nell’apprendere bene
la lingua italiana è nata l’idea di provare un metodo diverso.
“L’arte è un linguaggio universale e può essere uno
strumento per apprendere la lingua”, spiegano. Non una scuola tradizionale,
insomma, ma un luogo in cui mettere in gioco relazioni ed emozioni, che spesso
sono le principali barriere quando parliamo una lingua diversa.
Nella puntata di Radio Volontariato in onda in questi
giorni, oltre a raccontare il progetto, abbiamo anche quattro dei circa 30
studenti che frequentano i laboratori. Ai nostri microfoni, il saluto di
Mamadou, diciottenne, e Abu Bakar, 17 enne, provenienti dalla Guinea, Alì, 24
enne di origine pakistana, Zekria, 22 anni, che viene invece
dall’Afghanistan. Tutti giovanissimi,
insomma, e con in testa gli stessi sogni di qualunque ragazzo di vent’anni.
A settembre le opere del laboratorio (dipinti, sculture,
fotografie) si trasformeranno in una grande mostra in Pescheria Nuova. Nei
prossimi giorni, inoltre, sul sito www.arcisolidarietarovigo.it
prenderà il via una raccolta fondi per trasformare la mostra in un’esposizione
itinerante.
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