venerdì 28 giugno 2013

I Druidi a Per un pugno di film

A Per un pugno di film sono tornati a trovarci i “Druidi”, o meglio una parte di loro. Arrivati direttamente da quel di Loreo, sotto la calura di una giornata estiva per parlare con Denis Maragno e Simone Muraro, leggasi Cinegap, oramai, stranamente di cinema. Ma anche delle altre iniziativa che l’associazione culturale di Loreo sta portando avanti, con passione ed entusiasmo. La puntata è già andata in onda venerdì, sabato e domenica scorsa. Non ci resta che riascoltarla prossimamente sul blog della nostra radio. Per chi volesse sapere qualcosa in più sui Druidi, sul loro cinema e tutto il resto, c’è poi il blog: idruidi.wordpress.com oppure si possono scovare anche su Facebook digitando semplicemente Druidi, qualcuno vi porterà alla giusta destinazione

mercoledì 26 giugno 2013

Sempre più donne denunciano la violenza






E’ stata ospite della nuova puntata di Arab Rovigo, Alessandra Tozzi, psicologa, responsabile del Servizio Antiviolenza del comune di Rovigo. Tema della puntata ovviamente la violenza sulle donne, dentro e fuori le mura domestiche. Valentina e Dounia hanno posto alcune domande all’ospite su questo servizio che è attivo dal 2008. Il tema della violenza alle donne è al centro oggi più che mai del dibattito pubblico e mancano politiche di contrasto alla violenza. Sono state avviate delle ricerche, dei progetti di sensibilizzazione e di formazione ma la normativa è ancora un po’ statica. Alcune ricerche dimostrano che la violenza contro le donne avviene sia nei paesi industrializzati sia nei paesi in via di sviluppo. Le vittime appartengono a tutte le classi sociali e a tutte le classi culturali. Secondo l’Oms almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici e sessuali da parte di un uomo nel corso della propria vita. Il rischio maggiore sono i famigliari, i mariti, i padri seguiti dagli amici, dai vicini di casa e dai colleghi di lavoro. «La violenza nei confronti delle donne non è un fenomeno solo delle grandi città – ha detto Alessandra – e anche Rovigo, che se dal punto di vista della criminalità è un’oasi felice, invece il fenomeno della violenza domestica è qualcosa che sta emergendo gradualmente, grazie anche al tam tam mediatico con il quale ci stiamo misurando. Solo nell’ultima settimana ci sono stati tre nuovi accesi al Servizio Antiviolenza del nostro comune». Negli ultimi anni le casistiche che si sono verificate sono state fatte oggetto di un osservatorio: «la maggior parte delle donne che arrivano da noi subiscono maltrattamenti sia di tipo fisico che di tipo psicologico, infatti dove c’è violenza fisica c’è sempre anche violenza psicologica. Molte donne arrivano e dicono: io non ho preso botte dal mio compagno però mi sento mortificata, dai suoi atteggiamenti, dalle sue parole, da quello che mi fa a livello emotivo e questa anche se non comporta lividi è violenza a tutti gli effetti. Questa è la nostra maggior parte della casistica, poi ci sono casi di violenza economica che riguardano specialmente le donne straniere. Le donne in questo caso vengono lasciate con i minimi mezzi di sussistenza per badare la famiglia e i figli. Il marito per dire lascia alla moglie solo cinque euro per fare la spesa, quando sappiamo tutti che con cinque euro non si compera neanche il pane». Secondo i dati a disposizione del Servizio Antiviolenza a chiedere sostegno sono per metà donne italiana e per metà straniere: «le donne straniere che si rivolgono a noi – ha specificato Alessandra – sono straniere regolari, persone inserite. Il problema è la lingua, perché ci sono donne che non parlano bene l’italiano e quindi facciamo fatica a rapportarci con loro anche se abbiamo sempre a disposizione dei mediatori. Sia per quando riguarda le donne del mondo arabo ma anche in Polesine, dove il concetto di famiglia è ancora un valore molto radicato, prima che una donna arrivi a denunciare la violenza passano magari degli anni perché si cerca di tenere nascosto per salvaguardare l’integrità della famiglia». Il numero di telefono del servizio antiviolenza (gratuito anche da cellulare) è 800304271 è una segreteria telefonica negli orari di non apertura: «La segreteria viene giornalmente ascoltata. La segnalazione viene fatta in maniera anonima basta lasciare un recapito e si verrà ricontattati con un numero filtrato in maniera tale che la persona, anche se ci dovesse essere il marito a fianco non può risalire al nome. Poi se capita che dall’altra parte troviamo un uomo sappiamo come cavarcela. C’è anche un indirizzo email che è  cdonnaantiviolenza@comune.rovigo.it  anche questo è un modo per contattarci in sicurezza e in maniera anonima».
Ascolta la puntata

sabato 22 giugno 2013

Estate organistica. Ospite Carlo Barbierato



E’ stato ospite nei nostri studi, a Ponte Radio, il maestro di musica, Carlo Barbierato, molto noto e stimato in tutto il Polesine, ma non solo, per via dei suoi Concerti d’organo, sempre piacevoli da ascoltare. Abbiamo così avuto modo di conoscerlo meglio, di conoscere come è nata la sua passione per l’organo ed abbiamo anche avuto occasione di presentare una rassegna “Estate organistica” che si terrà a Santa Maria in Punta, frazione di Ariano nel Polesine durante il mese di luglio.
«Ho iniziato a suonare nell’ autunno del 1972 – racconta Barbierato – perché la mia povera mamma che suonava e che è morta a gennaio di quell’anno, aveva espresso questa volontà, che io suonassi il pianoforte, quando ha visto che le sarebbe rimasto poco da vivere mi disse: tu in autunno inizierai a suonare. E così ho fatto, poi mi piaceva molto e sono stato molto contento di farlo. 

martedì 18 giugno 2013

Proseguono i mercoledì universitari



A Ponte Radio si è tornati a parlare dei mercoledì universitari, o meglio dell’iniziativa “Let the music play on” ideata dai ragazzi del Conservatorio di Rovigo, in collaborazione con l’associazione Tumbo ed il Caffè Borsa di Rovigo.  Sono stati ospiti due giovani musicisti, Nicola Zambello e Nazzareno Brischetto.
Nicola è originario di Rovigo, ed ha iniziato a suonare da ragazzino, a 11 – 12 anni per stare in compagnia con gli amici: « non ha frequentato il conservatorio come corso tradizionale ma quando sono stati aperti, successivamente i corsi universitari, indirizzo jazz, ho fatto l’ammissione e sono entrato. Ho finito nel 2009 e ma sono rimasto legato al conservatorio. 

martedì 11 giugno 2013

I mercoledì Universitari. Il Conservatorio anima la città

Ogni mercoledì i ragazzi del Conservatorio “Venezze” di Rovigo animano l’aperitivo in città. L’iniziativa che ha come titolo “Let the music play on” che si è svolta nel mese di maggio ma che continuerà anche per tutto il mese giugno. Luogo d’incontro il Bar Borsa, storico locale cittadino. A presentarci i vari appuntamenti, soffermandosi in particolare sul primo della serie, sono stati ospiti in radio Zoe Pia, presidente dell’Associazione Ensemble Geometrie Sonore, Silviania Dos Santos, cantante di origine brasiliana e Roberto De Nittis, giovane pianista, compositore ed arrangiatore, originario di Foggia. «L’idea ci è venuta vedendo la situazione rodigina e paragonandola alle altre città universitarie. L’iniziativa che mancava fino a tempo fa sono i mercoledì universitari. Noi abbiamo l'università ma ci mancava. A Rovigo nessuno sa mai cosa fare. Tutti si lamentano che non c’è nulla quindi abbiamo pensato di creare anche qui i mercoledì universitari. Perciò abbiamo unito le forze del Conservatorio con la nostra Associazione Ensemble Geometrie Sonore, l’associazione Tumbo con il progetto “M’intrigo” il caffè Borsa che è il locale storico della città, scelto per questa prima edizione». Il primo mercoledì ha visto l’esibizione del “Silvania Dos Santos brasilian trio” composto appunto dai tre ospiti con Silvania Dos Santos alla voce, Zoe Pia al clarinetto e Roberto De Nittis al pianoforte. «Sono arrivata in Italia circa 16 anni fa, vivo a Padova, mi sono iscritta al conservatorio di Rovigo quest’anno, nella serata al Borsa eseguiremo brani famosi anche in Italia come Carota de Panema, Mas que nada e altri ancora».Nel corso della trasmissione Roberto De Nittis ci ha presentato due brani, uno intitolato “Shapes” che in inglese significa forme una commistione di generi musicali, jazz e pop con il testo scritto da Camilla Ferrari, ed è tratto dalla dichiarazione dei diritti dell’Uomo. E un altro brano dedicato proprio a Zoe Pia che si intitola appunto “Zoe”. I prossimi appuntamenti sono mercoledì 19 giugno con Paola Mattiazzi Jazz Trio che vedrà esibirsi Paola Mattiazzi (voce), Nazzareno Brischetto (tromba e flicorno) e Nicola Zambello (chitarra). L’ultimo appuntamento è invece di venerdì, è previsto per il 28 giugno e vedrà l’esibizione di Ensemble Geometrie Sonore con Federica Baccaglini e sarà un omaggio a Lucio Dalla. Si esibiranno: Federica Baccaglini (voce), Zoe Pia (clarinetto), Roberto De Nittis (piano), Stefano Dallaporta (contrabbasso) e Mattia Pia (batteria).

Qui sotto la locandina degli apertivi universitari: 


A Ruota libera, il libro di Federico Grandesso

“A Ruota libera” è il titolo del libro di Federico Grandesso, edito da Alberto Brigo. Sembrerebbe un libro sul ciclismo ma poi se si va a leggere il sottotitolo, “30mila chilometri con il cancro alle spalle” si capisce subito che è qualcosa di diverso”. Federico è stato intervistato nella rubrica Ritratto d’autore da Don Bruno e da Davide Girotto della Caritas. La bicicletta dunque è un pretesto per raccontare. «Il mio libro è nato proprio dal desiderio di parlare di una parola tabù come il cancro. Una parola che genera nelle persone che l’ascoltano, il senso della fine, il senso della morte. Io cerco nel mio piccolo di sfatare questa cosa, perché se è vero che il cancro miete le sue vittime è altrettanto vero che oggi grazie alla medicina e grazie alla forza di volontà su cui i medici continuano a battere, il 50% può farcela. Il cancro è una malattia e sappiamo benissimo che dinnanzi al male non si trovano parole. Io ho avuto la fortuna di avere la reazione contraria. Ho avuto modo, dopo lo smarrimento iniziale, di volerne parlare. La mia fortuna è stata quella di condividere il dolore con tutti. Inizialmente coloro che trovavo per strada non hanno apprezzato questa mia franchezza, però a me questa forza di riuscire a parlare con gli altri mi ha dato modo di frantumare questa montagna che mi era caduta addosso e di darne un pezzetto a ogni persona con cui venivo a conoscenza e tra una preghiera, una pacca sulla spalla, un incoraggiamento, ho costruito la mia fortezza. Quinidi il messaggio che mi sento di dare è quello di non chiudersi in se stessi ma di farsi dare una mano e di fare conoscere la propria situazione anche se drammatica perché in ogni caso si trova sempre un punto d’appiglio». Nel libro la bicilcletta ha avuto un ruolo terapeutico tanto che Federico la chiama dottore. Però ci sono state persone importanti nel suo percorso di guarigione: «le persone sono state fondamentali per me, ho sempre trovato degli spunti positivi questo grazie al fatto che dal punto di vista medico curano non solo il corpo ma anche l’animo e poi anche di compagni di avventura perché ti accorgi che quella montagna che sembra essere caduta addosso solo a te in realtà è caduta addosso a moltissime persone che condividono la tua stessa malattia. Così tenendoti per mano a loro trovi la forza, trovi il coraggio di camminare. Sembra quasi che al momento giusto, al posto giusto ci sia la persona che può aiutarti, come il medico che mi ha portato la busta gialla e che mi disse: “Non sta a me dirti quello che sarà ma ricordati che sei nel buio ma che in fondo c’è una luce. Ecco quel dottore per me è stato un angelo piovuto dal cielo perché in un momento di smarrimento mi ha dato coraggio, forza. Poi persone valide le ho incontrate anche fuori dall’ospedale, sembra che ci sia un mondo parallelo che aspetta di accudire persone che come me erano scese dal treno della vita e che erano salite sul treno della sofferenza. Ci sono state persone importanti come Padre Livio, come gli amici, come la famiglia». Afferma Federico: «Sono uno di quelli che ringrazia il cancro di averlo scelto, anche se tanti quando dico questo, mi guardano come se fossi un pazzo. Io adesso vedo la malattia come una opportunità che mi è stata data, di conoscere persone fantastiche, di cambiare il mio atteggiamento nei confronti della vita, di vedere nascere il nuovo Federico, sopra il vecchio Federico». Padre Livio è stato un incontro importante, un primo passo verso la fede vera: «La mia fede era una fede che definirei scolastica, gli mancava qualcosa di mio, ovvero l’affidarmi a Dio. Avere una serenità interiore qualunque fosse stato l’epilogo della mia storia». E poi è entrata in scena la bici, la MTB (la mountain bike), uno strumento che è stato un dottore: «sulla bici ci ho sfogato sopra di tutto, ci ho pianto, ci ho riso, ma sopra ci ho soprattutto pianto, il pianto liberatorio del ritorno alla vita che si mescolava al sudore della fronte, e mi ha fatto capire che ho avuto un grande privilegio, nonostante le conseguenze che ho avuto ma che sono sicuramente minimali a confronto della gioia del tornare a vivere».



domenica 9 giugno 2013

L'arte entra in banca. Intervista alla critica d'arte Chiara Gallian



“La banca aperta all'arte” è il titolo della mostra inaugurata venerdì 7 giugno scorso presso l’agenzia di Rovigo di Hypo Alpe Adria Bank Spa, curata dal “Circolo culturale arti decorative”. A presentarcela è stata ospite nei nostri studi la giovane critica d’arte Chiara Gallian. Ed all’inizio della trasmissione abbiamo voluto conoscere meglio proprio Chiara, che si è laureata in storia fiamminga e olandese presso l’Università di Padova e poi ha fatto un corso di perfezionamento in Beni culturali. Nello scorso ottobre ha vinto un master in Art Avisory promosso da Confesercenti in collaborazione con Iulm. La sua attività è rivolta all’antico, l’arte olandese del ‘600 e le maioliche del primo ‘500, in particolar modo è da segnalare la sua collaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Rovigo per uno studio monografico su Francesco Xanto Avelli di Rovigo. Parallelamente a ciò la sua attività è volta anche all’indagine di artisti contemporanei locali e la collaborazione appunto con il Circolo Arti Decorative. Si è passati quindi alla presentazione della suddetta mostra che è veramente ampia in quanto a tecniche utilizzate: si va infatti dalla scultura alla pittura e alla fotografia. Gli artisti che espongono sono: Roberto Bottari, Maurizio Barozzi, Luciano Chinaglia, Giovanna Sattin, Carla Fiocco, Giancarlo Cassetta, Gianfranco Coccia, Gianna Mazzetto, Mario Tasca, Gianni Cudin, Dario Barin, Gaetano Cavalcanti e inoltre ci sono le opere del compianto Ilario Bellinazzi, scomparso di recente. La mostra è stata inaugurata venerdì 7 giugno ed è visitabile gratuitamente durante il normale orario di sportello oppure su appuntamento telefonando ai numeri 339/5671320 oppure 347/2576420. L’iniziativa come ha aggiunto Chiara, si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per i dieci anni di presenza della Hypo Alpe Adria Bank in provincia di Rovigo. Durante l'intervista Chiara ci ha parlato anche della intensa attività del Circolo Culturale Arti Decorative di Rovigo, che ormai ha alle spalle vent'anni di esperienza, è presieduto da Gianna Mazzetto e  continuamente organizza mostra presso la Piazzatta Annonaria di Rovigo, delle mostre di arte contemporanea.
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Anche la moda ha una sua etica




Esula un po’ dal tema del volontariato, ma rivolge comunque il suo sguardo all’impegno dei giovani, la puntata di Radio Volontariato in onda nel mese di giugno. Francesco Casoni intervista per noi Rita Cassetta, giovane laureata nell’ambito della moda che ha curato una sfilata promossa dall’Associazione Fionda di Davide, che prevedeva abiti provenienti dal commercio equo e solidale e anche abiti realizzati riutilizzando vecchi vestiti dismessi. Quelli che è ora di buttare e che invece possono vivere ancora a lungo come ha spiegato Rita. «Ho 24 anni e mi sono laureata nel 2011 allo Iuav Design della Moda a Treviso. Il mio progetto che porto avanti ormai da anni e che ho definito “tra passato e futuro” perché stanca di vedere una idea della moda partire sempre da uno schizzo, da un disegno, da una ricerca approfondita di tessuti, stoffe particolari, mi sono concentrata sul desiderio di portare in vita dei tessuti, degli abiti usati. Così ho iniziato una ricerca moto vasta partendo da un negozio dell’usato che abbiamo qui a Santa Rita, gestito dall’Associazione Aitsam (Associazione tutela della salute mentale) ed è un negozio che raccoglie e vende abiti usati di ogni genere. Nel quale non viene fatta nessuna selezione e sono abiti di ogni genere e che vengono rivenduti per finanziare l’associazione». Rita ha spiegato come è nata la sua passione per la moda che l’ha portata addirittura a laurearsi in un ambito così particolare: «ho sempre avuto la passione di raccogliere informazioni, vedere tante immagini per sviluppare poi dei temi, per realizzare quello che era nel mio immaginario, realizzare la mia creatività e quindi nella moda ho trovato uno sfogo molto diretto». Però in questo mondo Rita ha stravolto un po’ le regole del gioco, invece di realizzare bozzetti sulla carta è partita da vestiti già esistenti per trasformarli in qualcosa di nuovo: «mi ha sempre interessato tenere quello che già esisteva ed aggiungervi qualcosa di nuovo – dice Rita - ho voluto vedere la trasformazione, chiedermi perché un abito va buttato solo perché non va più di moda e io volevo fermare quel cambiamento riconfezionandolo, rigenerando l’abito». Un giorno Rita ha incontrato l’Associazione di commercio equo solidale, “La fionda di Davide” che si avvi cinava molto alla sua idea di rispetto per l’ambiente, per il riutilizzo dei materiali, all’attenzione al valore etico dei materiali ed è nata così è nata una sfilata nella quale ha utilizzato abiti realizzati proprio riutilizzando vecchie camicie e abiti di seta. «Gli abiti non avevano una taglia precisa – ha detto Rita - quindi sono stati indossati da persone di taglie diversissime. Mi sono staccata da un determinato periodo storico. All’Aitsam non viene fatta una selezione qualitativa degli abiti quindi sono io che ho fatto una selezione, vedendo quali parti dell’abito si potevano salvare e quali erano da buttare. Vederli indossati è stato molto emozionante». Per coloro che si fossero perso la sfilata, sul sito della Fionda di Davide: www.lafiondadidavide.it si possono vedere le foto dell’evento.
Ascolta la puntata 

mercoledì 5 giugno 2013

Intervista a Kabira mediatrice culturale







Nella puntata di Arab Rovigo in onda venerdì pomeriggio è ospite Kabira Idlahcen, giovane mediatrice culturale e insegnante di lingua araba, dell’Associazione  Casa Marocco, originaria di Casablanca, laureata in economia e che dopo varie esperienza lavorative svolge un’attività di volontariato in diverse associazioni. E’ una affezionata ascoltatrice della rubrica. «Sono arrivata in Italia nel 2006 a seguito di ricongiungimento famigliare – ha detto Kabira – mio marito era arrivato in Italia nel 2003. Quando arriva una donna in Italia non è facile abituarsi perché noi abbiamo una cultura diversa, viviamo in comunità. In Marocco le famiglie sono numerose, mentre qui la donna è solo con il marito e non è facile adattarsi a questo nuovo stile di vita, dimenticare tutto il resto della famiglia, gli amici, le relazioni che si erano create nel tempo. Bisogna ripartire quasi da zero».  «Il Marocco è un paese multiculturale abbiamo molte culture e molte le abbiamo conosciute qui. Quindi sul territorio di un altro paese abbiamo scoperto aspetti del nostro paese di origine che non conoscevamo. Abbiamo anche tante cose in comune con gli italiani, sono infatti un popolo accogliente, socievoli. Per certi versi assomigliano agli arabi. L’italiano cerca sempre di conoscere gli stranieri. Ci sono tanti italiani che hanno figli, fratelli, parenti che vivono all’estero (america, germania, canada…) e quindi sanno comprendere la situazione di chi è immigrato. Il livello di integrazione in Italia dipende poi dalle zone in cui sono arrivati, dal livello culturale, scolastico e famigliare. Kabira ha iniziato il suo percorso di mediatrice culturale proprio con l’associazione Casa Marocco grazie a un progetto nato proprio dall’associazione nel 2011. «Questa esperienza è stata molto utile perché mi trovavo fra donne di diverse culture, dove ognuna ha portato la propria esperienza. Per me era la prima volta che partecipavo ad un progetto promosso da una associazione. Spero che tante donne, anche dopo questa puntata possano partecipare più attivamente alle attività delle associazioni. In questo progetto dove si è imparato e appreso dei lavori manuali, abbiamo imparato molto, riso assieme ma anche pianto perché ognuna ha portato il proprio contributo e la propria esperienza di vita». Kabira ha partecipato anche al progetto di scuola per madri e figli, il primo a livello Triveneto e forse anche a livello nazionale: «era un bel progetto tramite il quale è stato permesso ai figli di donne arabe di imparare la lingua delle loro madri, e viceversa alle madri di imparare la lingua italiana. Io ho insegnato ai figli. Perché oggi sono tanti i bambini nati in Italia che imparano l’arabo per averlo ascoltato in casa ma non sanno né leggere in lingua araba né scrivere. Questo è un deficit per loro perché magari quando ritorna nel paese di origine e magari gli chiedono di compilare un modulo e non lo sa fare e così si sentono immigrati due volte: qui e nel loro paese di origine e questa è una sofferenza per loro». Questo progetto è stato possibile grazie anche all’assessorato alla famiglia della Provincia di Rovigo e per questo Dounia durante la rubrica ha ringraziato l’assessore Marinella Mantovani. 

sabato 1 giugno 2013

Fiumi di libri. Intervista a Micol Andreasi

 
Si è svolta nello scorso fine settimana la manifestazione “Fiumi di libri”. Nella nostra rubrica “Ponte Radio” abbiamo ospitato Micol Andreasi che con Elena Brigo è organizzatrice dell’evento.  «La volontà principale di organizzare l’evento – ha spiegato Micol - è stata da parte del sindaco Bruno Piva e dell’Assessore alla Cultura Paola Nezzo che volevano realizzare una iniziativa culturale di spessore negli spazi del centro storico per fare conoscere  anche la nostra città a chi viene da fuori e così hanno interpellato me perché da quattro anni organizzo il “Festival della Letteratura” a Canda ed Elena Brigo per la sua attività di editore soprattutto per i libri dell’infanzia. Abbiamo fatto un progetto che non prevedesse però solo incontri con gran di autori ma che desse spazio anche alle piccole e medie case editrici. Quindi è nata la fiera della piccola e media editoria. Abbiamo dislocato sulla piazza Vittorio Emanuele 33 gazebo all’interno dei quali abbiamo sistemato altrettante case editrici, provenienti da tutta Italia, non dal nome altisonante ma che hanno comunque prodotto libri di qualità e che in questi giorni non hanno esposto solo libri di qualità ma hanno promosso ognuna un autore». Gli editori sono stati raggiunti grazie all’impegno di Elena Brigo. «Hanno risposto un buon numero di editori in tutto 35 – ha affermato Micol – è un numero importante, certamente non ai livelli di grandi fiere del libro che si svolgono in Italia ma essendo il primo anno che facciamo questa manifestazione siamo più che soddisfatti». Una cosa carina di questa manifestazione, come ha detto Micol, è stata la partecipazione della città attraverso l’adesione delle scuole che sabato e domenica hanno deciso di partecipare animando e omaggiando Fiumi di libri con alcune esecuzioni, per esempio quella del coro della Joska del Liceo Paleocapa che si è impegnato ad animare la mattinata di domenica e quello giovanile del liceo Celio che si è reso disponibile ad animare il sabato pomeriggio. Le scuole sono coinvolte anche perché hanno messo a disposizione degli studenti di istituti diversi per accogliere, orientare, per dare informazioni. Quindi siamo contenti perché si è creata una bella sinergia».