«Il risultato ottenuto in questi anni di lavoro è secondo me pienamente positivo, - spiega Francesca - siamo riusciti ad arrivare agli obiettivi prefissati, catalogando e revisionando ben più di 40.000 volumi delle raccolta della Biblioteca valorizzandone la parte più peculiare. Sono stati resi visibili e consultabili al pubblico di lettori e studiosi le raccolte speciali quali Storia della Chiesa, Teologia, Filosofia, Sociologia Cristiana, Religione e altre collezioni uniche nel panorama bibliotecario provinciale. Contemporaneamente abbiamo visto la Biblioteca rinascere attraverso le richieste di prestito provenienti da utenti di tutto il Sistema bibliotecario provinciale; tramite le numerose iniziative culturali a cui la Biblioteca ha partecipato o è stata direttamente coinvolta mi limito a ricordare il Festival biblico, la giornata di studi su Pio X , la pubblicazione del catalogo Cinquecentine e grazie anche alla presenza di tirocinanti provenienti dalla scuola superiore e dall’Università che hanno contribuito con la loro competenza ed il loro lavoro all’attività dell’Istituzione. Possiamo dire che finalmente, grazie alla nuova sede e al lavoro di recupero delle collezioni iniziato con questo Progetto la Biblioteca sta ritornando a vivere e ad essere un centro di diffusione della cultura». Non è stato un lavoro facile come spiega Francesca: «le difficoltà ci sono state e ci hanno accompagnato per tutto il lustro. Penso all’inizio del nostro lavoro quando ci siamo trovati da soli in queste stanze stipate di libri (subito dopo il trasloco) a tentare di fare ordine su materiali che erano per noi nuovi (nonostante l’esperienza professionale già maturata in altre realtà bibliotecarie).
Ma la difficoltà maggiore, che nel tempo è diventata lo stimolo più importante nell’avanzata del nostro lavoro ) è stata quella di conoscere l’organizzazione e la struttura di questa Istituzione in cui siamo entrati accompagnati solo dai documenti lasciati da Don Bernardino e dai Bibliotecari che lo avevano preceduto. Ci siamo mossi lentamente studiando la complessa e salda struttura del catalogo e delle collezioni elaborata da mons. Balduin e continuata poi da don Merlo, ci siamo addentrati nella complessa e multiforme varietà delle raccolte qui conservate e abbiamo continuato a stupirci dal primo all’ultimo giorno per la ricchezza culturale conservata da questo Istituto».
Il materiale della biblioteca quindi purtroppo non è ancora tutto catalogato e fruibile dall’utenza «il nostro Progetto riguardava 40.000 volumi del patrimonio moderno, - hanno spiegato Francesca e Francesco - una minima parte se si pensa che la Biblioteca ha un patrimonio di circa 140.000 volumi. Diciamo che abbiamo creato una base di partenza per far riaprire la Biblioteca al pubblico ma rimane ancora molto da fare: oltre alla catalogazione del restante patrimonio moderno, abbiamo quello antico che attende di essere prima di tutto censito e poi trattato catalograficamente, il fondo delle stampe ricco e per buona parte ancora tutto da studiare, il fondo musicale, quello fotografico oltre a tutti quei fondi che per donazione continuano ad arrivare alla Biblioteca arricchendola e aggiornandone le collezioni come per esempio il Fondo Ziviani donato dalla famiglia di don Giampietro».
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Grandi Franceschi!
RispondiEliminaRisorsa fondamentale del SBP Rovigo per competenza e impegno.
Alf