lunedì 14 marzo 2016

Le giornate di primavera del Fai ci portano alla scoperta di Bergantino



Il prossimo fine settimana (sabato 19 marzo e domenica 20 marzo) tornano le Giornate di primavera del FAI. A presentarci questo appuntamento nella rubrica Ponte Radio, è stata ospite Chiara Tosini, presidente della delegazione provinciale del FAI.
L’appuntamento quest’anno è a Bergantino. I luoghi che si potranno visitare sono: la chiesa di San Giorgio Martire (sabato dalle 15.00 alle 17.00 e domenica dalle 14.30 alle 17.00), Il museo della civiltà contadina e centro di documentazione ambientale del territorio (sabato dalle 15 alle 17.00, domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00). Il museo storico della giostra (sabato dalle 15 alle 17.00, domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00) ed il palazzo municipale dove è allestita la mostra documentaria sul musicista Bergantinese Stefano Gobatti (sabato dalle 15 alle 17.00, domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00). Durante la puntata abbiamo avuto modo di intervistare anche il Direttore del Museo della Giostra, il professor Tommaso Zaghini che ci ha spiegato come è nata la tradizione della giostra a Bergantino.
Il programma della giornata è consultabile sul sito del FAI .

Ascolta la puntata


Nella foto qui sotto il prof. Tommaso Zaghini 



MUSEO STORICO DELLA GIOSTRA E
DELLO SPETTACOLO POPOLARE BERGANTINO
(Intervista al Direttore Tommaso Zaghini) 

Come è nata e si è radicata nella mente dei bergantinesi l’idea della giostra, in un ambiente agricolo?
 Stupisce tutti il fatto che Bergantino abbia oggi circa 50 famiglie di spettacolisti itineranti (che in passato erano più di 100) su una popolazione che non arriva a 3000 abitanti. E’una peculiarità di Bergantino, che suscita curiosità anche nei visitatori del Museo Storico della Giostra, i quali immancabilmente pongono la domanda: “Perchè proprio qui, in un paese agricolo, nascono attività legate alle giostre, attività che non hanno alcun rapporto con la società contadina, radicata alla propria terra?”. Qual è stata, insomma, la molla che ha spinto una comunità di fermi a mettersi in un viaggio avventuroso che cambiò radicalmente il loro modo di vivere? Per dare una risposta dobbiamo calarci nella storia degli anni ’20, al periodo della grave crisi economica del ’29, crisi internazionale, ma soprattutto polesana per il male endemico che caratterizzava il Polesine: la diffusa disoccupazione, cui si legava il fenomeno dell’emigrazione. Ed è proprio allora che nasce e si fa strada nella mente di alcuni bergantinesi l’idea di una giostra come alternativa ad un’emigrazione permanente che li avrebbe sradicati dalla propria terra. L’idea della giostra, però, non faceva parte della cultura di questa comunità agricola, ma quell’idea fu puramente occasionale. In quegli anni, infatti, vivevano a Bergantino alcune persone dalla mente fervida, di intelligenza pronta. Sono coloro che diverranno i pionieri della giostra: Umberto Bacchiega, Umberto Favalli e un po’ più tardi Albino Protti, tutti e tre meccanici di biciclette. Erano quelli che, come artigiani, soffrivano di più in una società contadina perchè pagava le riparazioni delle biciclette solo a fine anno, a raccolto concluso. E così, per cercare qualche entrata supplementare, Umberto Favalli aveva inventato una macchina per fare le caramelle che vendeva alle fiere paesane. Lì incontrava anche l’amico Bacchiega, che girava in bicicletta di fiera in fiera per vendere biscotti fatti in casa, sempre per poter “sbarcare il lunario”, come dicevano a quel tempo. Un giorno, ad una fiera paesana, essi videro qualcosa che cambiò loro la vita: un’autopista, una giostra nuova,costituita da una pista ovale su cui correvano automobiline mosse da corrente elettrica, e rimasero sorpresi del fatto che tanta gente accorreva a quella giostra che riproduceva in piccolo, per uso famiglia, il Circuito di Monza appena inaugurato nel 1922. Ecco che cosa poteva risolvere i loro problemi: una giostra! Soprattutto perché per salirci sopra la gente doveva avere i soldi in mano per un pagamento in contanti, mentre i meccanici di biciclette dovevano accontentarsi di un pagamento a fine anno e magari in natura: una bottiglia di latte, un fiasco di vino. E fu così che i due amici, mettendo insieme le loro risorse economiche, cognitive ed umane, riuscirono a ricostruire a modo loro, con tanta semplicità e con grandi sacrifici e debiti quell’autopista della speranza, che a loro sembrava una fabbrica di Il 24 aprile 1929, giorno di fiera, i due meccanici di biciclette presentarono, con grande soddisfazione e orgoglio, la loro giostra sulla piazza di Bergantino, e fu un successo clamoroso, perchè essa, pur nella sua semplicità, rappresentava una grande novità fra le tradizionali altalene e giostre di barchette spinte a mano. Il giorno dopo iniziò il loro primo viaggio verso la prima Fiera che era a Novellara in Emilia: i due amici, che si erano inventati un mestiere nuovo, non potevano immaginare che stavano aprendo una strada sulla quale poi si sarebbero incamminate più di cento famiglie bergantinesi che sceglievano un’emigrazione stagionale per evitarne una permanente. Così, dalla grave crisi economica del ’29, aveva origine lo Spettacolo Viaggiante di Bergantino che a sua volta darà origine più tardi al Distretto Industriale Polesano di Bergantino-Melara, che conta oggi ben 68 imprese.
 Cosa significa oggi la giostra nel territorio altopolesano? 
 Qui la Giostra non è solo uno strumento di divertimento o un fenomeno da baraccone, ma diventa un elemento molto significativo soprattutto sul piano economico e culturale: la giostra qui è fonte di lavoro,di benessere, di sicurezza economica e anche di gratificazione. L’Alto Polesine, infatti, grazie all’intraprendenza locale, è diventato oggi un centro internazionale di produzione di giostre della più avanzata tecnologia e rappresenta un’avanguardia italiana che ha saputo conquistare i più importanti mercati del mondo, riscattandosi così da una secolare depressione economica e sociale. In quest’angolo di Polesine, formato dal territorio di Bergantino, Melara e dei paesi limitrofi, sono concentrate ben 68 aziende legate alla produzione di modernissime attrazioni, di lussuosi caravan, di spettacolari fuochi artificiali e di tutto ciò che può servire ad un Luna Park. Questa produzione, assai specialistica e tecnologicamente avanzata, attrae la clientela che ormai raggiunge Bergantino e l’Alto Polesine da tutta Europa, da vari Paesi dell’Asia, dall’America del Nord e del Sud e dai Paesi Arabi. Ecco perchè scaturisce quasi spontaneamente il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare proprio a Bergantino, in perfetta sintonia con la realtà socio-economica del territorio altopolesano, collocato, però, nel contesto storico nazionale ed europeo. Non dimentichiamo che a caratterizzare Bergantino non è solo l’attività imprenditoriale, ma anche la presenza nel paese di tante famiglie che possiedono giostre e le portano per le fiere quali spettacolisti itineranti. Sono i cosiddetti Bergantini, gruppi professionali che non vanno confusi con i nomadi zingari, i quali hanno un’altra origine, una storia diversa e costituiscono un’etnia a se stante.
 Cosa racconta il Museo Storico della Giostra? 
 Il Museo di Bergantino è un centro di ricerca unico nel suo genere in Italia, che si occupa del complesso e variegato mondo culturale dello spettacolo popolare di piazza: dalla Fiera mercantile medievale al parco divertimenti dell'800 sino al Luna Park ipertecnologico di oggi. L'esposizione è prevalentemente documentaria, suffragata da curiosi oggetti d'epoca; per esempio, una bella collezione di preziosi e rari strumenti musicali da Fiera dell'800, modellini di giostre antiche e moderne, perfettamente funzionanti, manufatti artistici, immagini e filmati in monitor o in videoproiezione, il tutto lungo un affascinante percorso storico-antropologico dotato dei più moderni strumenti della comunicazione multimediale. Il visitatore che entra nel Museo, è perciò affascinato dal passato e dal presente dell’intero mondo dello spettacolo popolare itinerante, dalla Commedia dell’Arte al Teatro dei Burattini e delle Marionette, dai giochi rituali delle tradizionali feste popolari al Circo Equestre e all’avvento delle giostre che dànno origine al moderno e vertiginoso Luna Park. Il visitatore alla fine comprende che il Luna Park è una realtà molto complessa perché risulta dalla fusione di molte storie, che al Museo vengono analizzate e presentate in forme spettacolari.
 Come è nato il Museo e cosa rappresenta per il Distretto Polesano? 
 Il Museo Storico della Giostra è nato nel 1999 per volontà del Comune di Bergantino, che ne ha elaborato il progetto, e della Provincia di Rovigo, che ha fornito la sede. Fin dalla sua nascita, il Museo ha incontrato il favore e il sostegno, nel campo della ricerca storica, di importanti istituzioni: il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma, il Centro Etnografico di Ferrara, l’Accademia dei Concordi di Rovigo. Il che vuol dire che questo tipo di Museo, unico nel suo genere in Italia, è piaciuto subito fin dal suo primo apparire sulla scena del mondo culturale. Nel 2010 il Museo ha ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Veneto e un buon finanziamento da parte della Società Arcus del Ministero per i Beni e le Attività Culturali allo scopo di ampliare, arricchire e riallestire il percorso storico del Museo,che è divenuto così meta di un turismo in continua espansione anche in ambito internazionale. Il Museo Storico di Bergantino rappresenta già oggi un punto di sintesi significativo sul piano culturale e socio-economico; per il futuro il Museo ha molto da offrire: rimane, sotto certi aspetti, una risorsa molto promettente che può essere inserita in progetti creativi e lungimiranti da parte del potere politico ed economico. Cultura ed economia, quando si sostengono a vicenda, dànno sempre buoni frutti. Per le singole imprese il Museo Storico della Giostra è già un prestigioso biglietto da visita, per il Distretto Industriale Polesano è un vantaggioso fiore all’occhiello.

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