domenica 10 novembre 2013

Giulia e Marina aiutano i senza fissa dimora




Due esperienze di volontariato diverse ma per la stessa associazione. Le ospiti della puntata di Radio Volontariato per il mese di novembre sono Giulia Rociola e Marina Puyol che prestano servizio presso l'Arcisolidarietà di Rovigo. «Arcisolidarietà – ha detto Giulia – è una associazione che si occupa di persone senza fissa dimora e anche di persone che sono arrivate in Italia a seguito dell’emergenza nord-Africa. Ha un asilo notturno a cui le persone che si trovano in difficoltà economica ma anche di relazione, difficoltà affettive,  possono rivolgersi. Possono trovare ospitalità dalle ore 20 (durante il periodo invernale e dalle 21 nel periodo estivo) e possono rimare per la notte fino alle 7 della mattina, orario in cui noi volontarie andiamo per preparare le colazioni». 
Un ruolo importante dunque quello di questa associazione in un momento di difficoltà per tutti e dove i poveri hanno il volto del tuo vicino di casa: «io anche se studio temi sociali, quando sono arrivata, la prima sera nella mia mente avevo il classico stereotipo della persona vestita di stracci, che puzza, con la barba incolta e che magari ha anche bevuto ed invece poi ho visto arrivare queste persone vestite più o meno come me, curati, con la loro valigia dal lavoro. Questa cosa mi ha stupito molto. Sono persone speciali perché in realtà sono loro che ti accolgono e cercano di farti entrare nel loro mondo, di farti capire il perché si trovano in quelle condizioni e quindi capisci che se uno è lì non è perché è povero ma perché si sono verificate determinate circostanze e ti fanno capire che veramente è un attimo trovarsi in quelle condizioni. Quindi sono persone che ti fanno sentire a casa anche se una casa in realtà non è». Giulia oltre a fare volontariato con Arcisolidarietà svolge servizio presso l’associazione Emmaus.
Giulia consiglia questa esperienza anche ad altre persone: «Certo, io sto parlando tanto anche con gli amici perché voglio combattere queste barriere che ci fanno considerare la persona senza fissa dimora come una persona alla quale bisogna solo dare, una persona inferiore a noi. Anzitutto non ci sono solo immigrati ma ci sono anche italiani, quindi uomini che hanno un grosso bagaglio culturale con cui puoi anche parlare di temi attuali e questo rende ancora più difficile la loro situazione perché sono consapevoli di ciò che hanno perso e della strada che dovranno percorre. Una cosa a cui loro manca tantissimo per esempio e che diamo per scontata è quella di avere un loro bagno. Tutti noi invece abbiamo un luogo che ci aspetta».
Il 13 novembre alle 18.00 presso il CSV si farà un incontro con i giovani per presentare un progetto di volontariato di Arcisolidarietà:«Proponiamo questo percorso ai giovani perché pensiamo che entrando in relazione con gli altri, specialmente con chi ha bisogno, li faccia crescere».
Marina invece è arrivata dalla Spagna proprio per fare volontariato in Italia: «Ho finito i miei studi di Interazione Sociale in Spagna e mi sono specializzata nell’aiuto di persone senza fissa dimora. Purtroppo in Spagna non ci sono molte opportunità di esperienza di lavoro, neanche come volontariato. Ho trovato questo progetto a Rovigo ed ho visto che c’è una bella esperienza per uscire dalla Spagna e conoscere altre maniere di lavorare. Sono arrivata a giugno. Il volontariato, in Italia, premettendo che ho visto solo la mia associazione, rispetto alla Spagna si distingue per il fatto che in Spagna i servizi ai senza fissa dimora sono affidati specialmente a professionisti mentre in Italia sono gestiti da associazioni di volontariato».
Di positivo a Rovigo secondo Marina: «c’è il fatto che essendo una piccola città, con tante strutture per aiutare le persone senza fissa dimora. Ed essere una città piccola permette di conoscere tutti e creare una buona rete di lavoro e di aiutare meglio le persone».






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