sabato 13 luglio 2013

Le trasparenze della terra polesana


E’ nato l’atlante aerofotografico del Polesine. L’opera è stata curata da Raffaele Peretto e da Sandra Bedetti. Lo presentiamo questa settimana a Radio Kolbe nella rubrica Ponte Radio assieme all’assessore alla cultura della Provincia di Rovigo, Laura Negri.
«Il progetto – ha spiegato Laura Negri - è nato molti anni fa da una idea di Raffaele Peretto che allora era elettore del Museo dei Grandi Fiumi e quando sono diventata assessore una delle prime cose che ho fatto è stata visitare questo museo che naturalmente rappresenta la storia del nostro territorio polesano e in quella occasione ho avuto modo di vedere delle foto del Polesine scattate dall’alto e mi sono resa conto che in queste foto aeree vi erano trasparenze dei paesaggi antichi che diventano un presupposto per raccontare in modo diverso la storia del nostro Polesine. 


Fin da allora lo stesso Raffaele Peretto ha espresso il desiderio di fare una pubblicazione che rappresentasse tutto il territorio polesano proprio per avere l’idea di come il paesaggio si è trasformato nel tempo. Già da allora avevamo cercato dei finanziamenti perché credevamo sull’utilità di questo lavoro, perché lo riteniamo utile a chi lavora e dirige i nostri musei, ma riteniamo che sia utile anche per fare conoscere la storia del nostro Polesine e forse per superare un pregiudizio sul nostro territorio, perché da sempre abbiamo pensato che il nostro Polesine in passato fosse solo una terra di palude. Quando pensiamo al Polesine antico pensiamo ad un Polesine sommerso dalle acque, in cui l’uomo ha fatto anche fatica a conquistare la terra, probabilmente è vero anche questo ma esistono dei segni che rivelano che la nostra terra ha vissuto l’incontro con grandi civiltà, lungo i fiumi come l’antico Eridano sono nate tante civiltà di cui noi abbiamo riscontro come i siti di Frattesina, come ad Adria, San Basilio ecc. in cui riscontriamo  delle civiltà che hanno avuto scambi commerciali con tutto il mediterraneo. Questi fiumi rappresentano molto probabilmente delle vie di trasporto molto importanti e che hanno fatto in modo che queste civiltà si incontrassero con altre civiltà e crescessero e poi vediamo segni di antropizzazione che sono dati proprio dalle centuriazioni e quindi un uso agricolo del territorio e quindi vediamo che il Polesine è stata una zona importante e non solo un’area depressa. Quindi riteniamo che questo lavoro per una crescita culturale e per ritrovare un orgoglio polesano».
«Siamo partiti con un lavoro di ricerca ancora nel 1967 con mio padre, che ci portò alla scoperta di Frattesina – ha spiegato Raffaele Peretto – e poi questo lavoro di ricerca è continuato nel tempo. C’è stata poi una occasione favorevole, perché in quell’anno un maggiore della aeronautica donò ad un socio del CPSSAE, credo al geometra Nadalini, alcune foto che aveva scattato dall’alto, riferite ad una area medio polesana  tra Villadose Finil del Turco e Gavello. Da questa foto è emerso un segno significativo nei pressi di Villadose, due linee parallele che potevano riferirsi ad una antica strada o a un canale. Io e mio padre andammo a fare dei primi sopralluoghi e ci rendemmo conto che doveva trattarsi di una antica strada. Non ci fu subito un grande interesse da parte del mondo accademico e anche da parte nostra. Dopo 16 anni e siamo nel 1984, altre foto aree di amici con cui abbiamo condiviso questa meravigliosa scoperta si vedevano altri segni bellissimi, sia nella zona di Villadose, Adria, emergevano i segni di antiche vie romane. Abbiamo così preso ad analizzare a fondo queste foto, questi segni». Peretto racconta poi le sue esperienze fotografiche con il Deltaplano a motore, un mezzo che gli ha permesso di scattare personalmente le foto dall’alto. Sandra Bedetti durante la puntata  quindi la struttura della interessante pubblicazione.


PS: Noi non usiamo le cuffie durante le interviste in radio, ma volevamo una foto dell'assessore Negri con le cuffie quindi le abbiamo chiesto di posare nella sala regia... :-)





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