mercoledì 28 agosto 2013

Il ruolo dei genitori durante le vacanze



Arab Rovigo, rubrica bilingue in onda sulla nostra emittente, ospita questa settimana Vincenzo Longo, laureato in pedagogia, scienze politiche, scienze della formazione e si è poi specializzato in psicoterapia ed educazione degli adulti e in ipnosi clinica, è uno studioso di andragogia e della media education e dell’intercultura, collabora in Veneto con diversi istituti scolastici e amministrazioni locali e con associazioni di volontariato. La puntata è dedicata ai genitori ed ha come tema: “Come aiutare i figli a svolgere i compiti per le vacanze”.

«Non è una cosa scontata amare lo studio – afferma Longo – perché lo studio deriva da una logica, in Europa, che è legata alla funzionalità, cioè si studia per ottenere una promozione, un risultato, per superare un esame, per ottenere un diploma, una laurea. Quindi non è così scontato studiare per amore dello studio. Questo avviene in un momento successivo, quando la persona ha terminato gli studi e si ritrova ad avere un approccio diverso. A scuola studi le cose perché sei obbligato a farle, a partecipare le lezioni, a stare seduti in silenzio».
I genitori hanno dunque una grande responsabilità per trasmettere non tanto l’amore allo studio quanto più in generale l’amore alla vita. Lo studio in famiglia invece diventa motivo di scontro tra genitori e figli: «Però secondo me lo scontro non è tanto tra genitori e figli ma tra i genitori stessi. Se osserviamo questo scontro dalla parte dei figli, ci accorgiamo che tante volte magari il figlio ha anche voglia di studiare ma è ossessionato dall’accanimento per il risultato da parte del genitore. Se però ci mettiamo dalla parte dei genitori, scopriamo che questo si chiede: starò facendo bene il mio ruolo di genitore, starò facendo male?».
Come ha detto Longo, l’amore per lo studio nasce dalla curiosità di conoscere ciò che ci sta attorno, quindi come stimolare nei ragazzi questa curiosità?: «L’elemento chiave è proprio dare uno stimolo per creare la creatività. Essere creativi significa essere curiosi, significa essere capaci di avere fantasia, una volta si diceva: guarda quanta fantasia ha questo bambino!» Secondo Longo inoltre i ragazzi chiedono ai genitori organizzazione, strutturazione perché all’interno dell’organizzazione hanno sicurezza, hanno bisogno di conferma da parte delle persone adulte: «Dobbiamo garantire ai nostri figli l’organizzazione e la sicurezza, questo è il miglior metodo per fare diventare il ragazzo curioso».




Nessun commento:

Posta un commento