Nella puntata di Arab Rovigo in
onda venerdì pomeriggio è ospite Kabira Idlahcen, giovane mediatrice culturale e
insegnante di lingua araba, dell’Associazione Casa Marocco, originaria di Casablanca, laureata in economia
e che dopo varie esperienza lavorative svolge un’attività di volontariato in
diverse associazioni. E’ una affezionata ascoltatrice della rubrica. «Sono
arrivata in Italia nel 2006 a seguito di ricongiungimento famigliare – ha detto
Kabira – mio marito era arrivato in Italia nel 2003. Quando arriva una donna in
Italia non è facile abituarsi perché noi abbiamo una cultura diversa, viviamo
in comunità. In Marocco le famiglie sono numerose, mentre qui la donna è solo
con il marito e non è facile adattarsi a questo nuovo stile di vita,
dimenticare tutto il resto della famiglia, gli amici, le relazioni che si erano
create nel tempo. Bisogna ripartire quasi da zero». «Il Marocco è un paese multiculturale abbiamo molte culture
e molte le abbiamo conosciute qui. Quindi sul territorio di un altro paese
abbiamo scoperto aspetti del nostro paese di origine che non conoscevamo.
Abbiamo anche tante cose in comune con gli italiani, sono infatti un popolo
accogliente, socievoli. Per certi versi assomigliano agli arabi. L’italiano
cerca sempre di conoscere gli stranieri. Ci sono tanti italiani che hanno
figli, fratelli, parenti che vivono all’estero (america, germania, canada…) e
quindi sanno comprendere la situazione di chi è immigrato. Il livello di
integrazione in Italia dipende poi dalle zone in cui sono arrivati, dal livello
culturale, scolastico e famigliare. Kabira ha iniziato il suo percorso di
mediatrice culturale proprio con l’associazione Casa Marocco grazie a un
progetto nato proprio dall’associazione nel 2011. «Questa esperienza è stata
molto utile perché mi trovavo fra donne di diverse culture, dove ognuna ha
portato la propria esperienza. Per me era la prima volta che partecipavo ad un
progetto promosso da una associazione. Spero che tante donne, anche dopo questa
puntata possano partecipare più attivamente alle attività delle associazioni.
In questo progetto dove si è imparato e appreso dei lavori manuali, abbiamo
imparato molto, riso assieme ma anche pianto perché ognuna ha portato il
proprio contributo e la propria esperienza di vita». Kabira ha partecipato
anche al progetto di scuola per madri e figli, il primo a livello Triveneto e
forse anche a livello nazionale: «era un bel progetto tramite il quale è stato
permesso ai figli di donne arabe di imparare la lingua delle loro madri, e
viceversa alle madri di imparare la lingua italiana. Io ho insegnato ai figli.
Perché oggi sono tanti i bambini nati in Italia che imparano l’arabo per averlo
ascoltato in casa ma non sanno né leggere in lingua araba né scrivere. Questo è
un deficit per loro perché magari quando ritorna nel paese di origine e magari
gli chiedono di compilare un modulo e non lo sa fare e così si sentono
immigrati due volte: qui e nel loro paese di origine e questa è una sofferenza
per loro». Questo progetto è stato possibile grazie anche all’assessorato alla
famiglia della Provincia di Rovigo e per questo Dounia durante la rubrica ha
ringraziato l’assessore Marinella Mantovani.
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