lunedì 16 dicembre 2013

Il Gruppo Appartamento di Pianeta Handicap



Il Gruppo appartamento è il nuovo progetto dell’Associazione Pianeta Handicap. L’intervista della puntata di Radio Volontariato in onda in questi giorni, ad una giovane volontaria dell’associazione, Elisabetta, è stata il pretesto per farci raccontare di cosa si tratta. Anzitutto, Francesco Casoni ha iniziato, chiedendo alla sua ospite di spiegare a coloro che ancora non la conoscessero, cos’è e di cosa si occupa l’associazione: «Pianeta Handicap promuove l’integrazione di persone disabili adulte – ha detto Elisabetta - attraverso diverse attività come il basket o il laboratorio della ceramica e ormai da diversi anni con il progetto di autonomia durante i weekend.
Con questo progetto si è voluto soddisfare un loro bisogno di autonomia che è lo stesso che abbiamo tutti noi. Quindi questo nuovo progetto è l’estensione anche ai giorni infrasettimanali del progetto di autonomia che prima si svolgeva nei fine settimana. Si mira a rendere queste persone non solo autonome nel sapersi vestire, lavare ecc. ma anche incentivarli a prendere delle decisioni, come per esempio decidere da soli cosa fare nel tempo libero, magari andare al cinema o a prendere l’aperitivo al bar. Tutti continuiamo a considerarli come eterni bambini ma anche loro hanno bisogno di fare quello che facciamo noi, coltivare i proprio interessi, amare altre persone. Adesso l’appartamento è diventato un punto di riferimento dove i ragazzi vengono spontaneamente per stare insieme. La teoria di base è stata affermare che siamo tutti uguali nelle nostre diversità. C’è stato un approccio di condivisione delle attività, non quindi cerando di essere dei maestri per insegnare a loro, ma piuttosto per aiutarli e sostenerli affinché fossero il più autonomi possibile. E’ bello vedere per esempio che i ragazzi hanno delle amicizie anche fuori dall’appartamento». Casoni ha poi chiesto se i genitori dei ragazzi sono contenti di questa iniziativa: «abbiamo visto che i genitori condividono molto questo progetto, perché purtroppo una delle loro paure è che una volta che non ci saranno più loro ad accudire queste persone, vengano abbandonati. Ci sono persone che magari stanno con i loro genitori fino a cinquant’anni e poi passano direttamente dai Ceod alle case di riposo. Questo è molto triste. Inoltre i genitori hanno modo di dedicare del tempo a loro stessi». Francesco ha chiesto quindi ad Elisabetta come è entrata a contatto con l’associazione Pianeta Handicap: «Io sono educatore professionale e quindi questo si collega a ciò che ho studiato, l’associazione l’ho conosciuta per caso quando con alcuni amici ho seguito una testimonianza da parte di una volontaria che ha raccontato la sua esperienza educativa. Così io e i miei amici abbiamo deciso di provare dedicandoci ai ragazzi durante i weekend in appartamento. Adesso sono tre anni che faccio parte dell’associazione».








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