“Latte, caffè e una goccia di miele” è il nuovo libro di
Chiara Visentin, giovane scrittrice polesana. Nella puntata di Ponte Radio in onda
questa settimana, si fa conoscere ai nostri ascoltatori e presenta il suo
ultimo lavoro. Si tratta del terzo libro scritto da Chiara. Quello di esordio
era stato un testo di prosa dal titolo “Fragile come una roccia” scaturito dopo
che l’autrice è uscita dal tunnel di una brutta malattia, una di quelle che colpiscono
tanti giovani di oggi: l’anoressia. Un libro che è arrivato già alla terza
ristampa ed è caratterizzato dalla prefazione di Rita Levi Montalcini: «Ho
avuto la fortuna di conoscere Rita Levi Montalcini ha spiegato Chiara - lei ha voluto
leggere il mio libro e poi ha scritto di sua volontà la prefazione. Per me è
stata una grande soddisfazione». Con questo libro ha ottenuto la segnalazione
d’onore al Premio Firenze 2010. La sua seconda avventura letteraria è stata
invece il libro di poesie dal titolo“Puzzle”. Con una poesia tratta da questo
libro, intitolata “Anoressia” ha ricevuto il premio Biennale Città di Rovigo. La
passione di Chiara per la scrittura è nata da lontano:«Fin da piccola ho letto
molto - ha detto Chiara ai nostri microfoni - infatti i miei primi ricordi sono
legati ai libri, avevo la casa piena di libri. Ho sempre scritto il diario poi
c’è stato un periodo vuoto, dovuto al problema di cui parlo nel primo libro.
Il secondo libro è stato “Puzzle” dove
ogni poesia è un tassello che va a formare il puzzle di quello che è stato
questo tunnel buio, è molto collegato a “Fragile come una roccia”e andrebbero
letti assieme.E si arriva quindi a “Latte, caffè e una goccia di miele” : «Un
titolo che può sembrare banale – dice Chiara - in realtà racchiude tutto quello
che volevo comunicare e c’è una stretta correlazione con l’immagine di
copertina dove c’è una foto di Alessandra Rigolin. La mia idea era quella di
creare una contrapposizione tra mondo degli adulti e mondo dei bambini, per questo
nella foto abbiamo inserito delle tazzine da caffè utilizzate dagli adulti
dentro le quali abbiamo messo però il latte e accanto delle tazzine giocattolo,
di plastica nelle quali abbiamo messo il caffè. Questo per esprimere il bisogno
degli adulti di tornare bambini ed invece la voglia dei bambini di diventare grandi»
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