martedì 24 febbraio 2015

E dopo il servizio civile? Tante opportunità di occupazione



Proprio in queste settimane, che vedranno molti giovani candidarsi per il nuovo anno di Servizio civile regionale, “Radio Volontariato” torna sull’argomento. Ma questa volta con un taglio tutto nuovo: cosa succede una volta terminato l’anno di servizio? In studio per la puntata della seconda metà di febbraio torna Giulia Rociola, ex volontaria del Servizio civile regionale in associazioni che accolgono senza fissa dimora, persone in difficoltà e richiedenti asilo.
Oggi Giulia è operatrice in due realtà del territorio che si occupano dei medesimi temi: Arcisolidarietà, una delle associazioni in cui ha svolto il Servizio civile, e l’associazione Di Tutti i Colori, che accoglie a Rovigo alcuni ragazzi e ragazze arrivati con la cosiddetta “emergenza Nordafrica”. “Per me è come se non avessi mai finito il servizio, nonostante sia passato quasi un anno – racconta Giulia – Mi è rimasto molto ed è stata un’esperienza, più ancora che di formazione, di conoscenza del territorio e di ciò che si può fare realmente”. L’anno di Servizio civile è servito a mettere in pratica quanto studiato all’Università e a vedere riconosciuta la propria professionalità. “E’ bello tornare dove avevi prestato servizio in precedenza e vedere le persone che ti riconoscono”. Agli aspiranti volontari cosa consigli? “Pazienza, essere stimolati, motivati, scegliere bene il progetto, se necessario rinunciando a proposte che non rispecchiano ciò che si vuole fare”.
La testimonianza di Giulia tocca un tema di forte attualità e oggetto di grande dibattito: l’accoglienza dei “profughi” in fuga dalle coste africane verso l’Europa.
Conosciuti in genere come un fenomeno, fatto di numeri, costi economici e non di rado pregiudizi, per Giulia sono le persone con cui trascorre buona parte della propria giornata: “Sono giovani, vengono in cerca di libertà, essendo fuggiti da paesi in cui la guerra o la discriminazione li mettevano a rischio”. L’Italia in crisi non offre molte opportunità, ma garantisce quelle libertà che altrove sono negate. “L’aspetto negativo è che questa crisi, oltre che economica, è diventata una crisi di relazioni. Le persone in difficoltà, invece di unirsi per cercare di migliorare la propria situazione, si isolano e si combattono tra di loro. In altre parole, una guerra tra poveri” La puntata è condotta da Francesco Casoni e Giulia Martello del Centro di servizio per il volontariato di Rovigo.

Ascolta la puntata






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