Ci sono molti modi di difendere i diritti umani: da vent'anni "Voci per la Libertà" ha scelto la musica e l'arte come strumenti per far conoscere, discutere e affermare l'importanza di preservare i diritti, negli angoli più remoti del mondo, come nel nostro paese.
Nella nuova puntata di Radio Volontariato, Francesco Casoni intervista Giovanni Stefani, presidente del gruppo rodigino di Amnesty International e tra i creatori del festival dedicato all'organizzazione non governativa, da sempre in prima fila nella difesa dei diritti.
Tutto partì da Villadose a fine anni Novanta: "L'idea ci venne chiacchierando dopo una serata dedicata ai diritti umani. L'idea era di un concorso per gruppi emergenti. Doveva durare un solo anno, ma ha avuto talmente successo che abbiamo proseguito".
Oggi il festival è l'evento nazionale di Amnesty e si è trasferito a Rosolina Mare, dove ha accolto un successo di pubblico sempre più ampio. "Noi però siamo sempre quelli. L'idea è di fare
qualcosa di divertente, per parlare dei diritti umani. Quello che è cambiato è che il festival sta diventando qualcosa di sempre più importante. E' recente il riconoscimento della nostra compilation al premio Tenco, il più importante premio della musica italiana".
Quest'anno il premio è andato a Brunori Sas, con la canzone "L'uomo nero", che parla di questioni di grande attualità, come il razzismo e l'intolleranza, ma mettendosi allo specchio, scavando nei molti modi in cui tutti noi siamo responsabili di ciò che accade.
E di grande attualità è anche la campagna abbinata al festival, "La solidarietà non è un reato", che affronta il problema degli attivisti ed organizzazione portati in tribunale per aver aiutato i migranti in mare o alle frontiere. "Uno potrebbe dire che è ovvio, che la solidarietà non sia un reato. Invece non è così. Tutto è iniziato quando proprio un'attivista francese di Amnesty è stata accusata del reato di solidarietà per aver aiutato dei migranti. La campagna vuole dire una cosa semplice e molto chiara: aiutare chi è in difficoltà non è un reato, è un dovere, specie se si si aiuta chi sta rischiando la morte. Questo riguarda anche i migranti, quando rischiano di affogare. La vita umana viene prima di qualsiasi altra cosa".
La puntata è in onda dal 19 luglio su Radio Kolbe, il giovedì alle 11.00 e alle 21.15, il sabato alle 21.00 e il mercoledì alle 17.05 sulle frequenze 91.200 e 94.500.
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