venerdì 23 novembre 2012

Il libro di Raito: Il terrorismo e il mondo nuovo

E’ stato ospite nei nostri studi Leonardo Raito, assessore della provincia di Rovigo e docente di storia contemporanea all’Università di Padova e di Ferrara. L’occasione è stata la presentazione del suo nuovo libro, fresco di stampa intitolato “Terrorismo e mondo nuovo per una storia del post guerra fredda”. Abbiamo chiesto anzitutto come è nata l’idea di scrivere questo libro. «E’ un libro che ha una gestazione lunga – ha risposto Raito - il cui nucleo originario è nato dopo l’11 settembre del 2001. Quindi sono dieci anni di riflessioni sul terrorismo internazionale, a partire da quel drammatico evento che a mio parere poneva fine al periodo post guerra fredda e in questo contesto ho intrapreso uno studio di documenti soprattutto internazionali e analizzando i commenti che hanno fatto i vari accademici, ricercatori, esperti di politica ed è nato questo libro con una serie di definizioni secondo me nuove, interessanti, e che cerca di porre l’accento su quelle che possono essere le prospettive interpretative sul post guerra fredda». Ed ha poi proseguito: «Il terrorismo è uno dei fattori di maggiore instabilità per quanto concerne l’equilibrio internazionale. Il fatto che l’11 settembre 2001 un gruppo ristretto e limitato di una cellula che faceva riferimento ad un organismo come Al Quaeda sia riuscito a mettere in ginocchio una delle più grandi potenze della storia dell’umanità intera, ovvero gli Usa è un segnale inequivocabile del fatto che questo nemico invisibile, nemico asimmetrico, ha delle potenzialità che una volta erano appannaggio esclusivo degli Stati. Di qui è nato un ragionamento su un ordine internazionale che sta cambiando che cambia nelle forme, nelle modalità e che necessita di un nuovo tipo di risposte a livello politico, amministrativo che i governi devono dare». Abbiamo chiesto qual è l’elemento di novità di questo suo libro: «Il libro – ha risposto Raito - va a segnare un nuovo punto di frattura nel corso della storia. Io sono sempre stato abituato a studiare il 900 come il secolo delle fratture, dove cioè una serie di ere che si succedono sono state interrotte da eventi traumatici, penso ad esempio alla prima guerra mondiale come primo grande elemento, poi la seconda guerra mondiale, poi la caduta del comunismo. L’attentato dell’11 settembre rappresenta a mio parere un altro elemento di rottura, cioè termina in quel giorno preciso il post guerra fredda e comincia un mondo perché cambiano i fattori di equilibrio, cambiano le geometrie, cambiano quelli che sono i fattori di bilanciamento degli equilibri internazionali e pertanto ci troviamo di fronte ad un’epoca che ci pone grandi riflessioni su come l’occidente ha affrontato il sistema globale. Questo penso che sia un elemento di novità di questo lavoro» ASCOLTA LA PUNTATA

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