lunedì 30 marzo 2015

Inseguire la ricchezza personale è un peccato!



Partendo da uno scritto di Padre Alex Zanotelli, Salvatore e Giorgio,  nel corso della loro rubrica Cercatori di Bellezza, si soffermano ad analizzare quale dovrebbe essere l'atteggiamento del cristiano di fronte al denaro e alle finanze. Il pensiero di Gesù in questo senso è ancora attuale. Anche allora c'era una grossa imposizione fiscale nei territori della Palestina governata da Roma tramite degli esattori che facevano da intermediari e che applicavano imposte e tasse a prezzi molto più elevati di quanto veniva imposto da Roma traendone ampio vantaggio personale, e facendo in modo che il 90% della popolazione vivesse al di sotto della soglia di povertà. I proprietari terrieri erano costretti a vendere i loro campi e a finire nella miseria. Anche oggi la ricchezza è disonesta come ai tempi di Gesù. Gesù a questo proposito dice cose semplici e chiare ma difficili da mettere in pratica, dice di farsi amici i poveri, di condividere con loro i nostri beni: “chi è capace di condividere i tesori terreni sarà capace di condividere anche il tesoro che è nei cieli". Gesù dice che non è possibile servire a Dio e a Mamona (una parola in aramaico che significa ricchezza, l'unica usata nel Vangelo oltre ad Abbà, quasi per metterle in contrapposizione). Don Alex Zanotelli richiama all'attenzione del lettore il libro "Teologia morale" di Don Chiavacci, deceduto nel 2013. Il libro è stato scritto nel 1980 ma le cose che disse allora sono ancora valide al giorno d'oggi.

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