mercoledì 11 febbraio 2015

Missione è... sostenere chi è nella malattia


La rubrica "Missione è..." dedica la puntata in onda questa settimana alla Giornata del malato, che si celebra l'11 febbraio. In studio don Gabriele Fantinati e don Giuliano Zattarin, che fra l'altro sono stati insieme in missione nella diocesi sorella di  Caetitè in Brasile. «Una collaborazione quella della diocesi di Adria-Rovigo con quella brasiliana che ancora continua - ha detto don Gabriele - perché là ci sono ancora le sorelle Missionarie della Redenzione e perché abbiamo contatti continui con i fedeli di quelle comunità. Inoltre, poche settimane fa ho avuto modo di incontrare il sacerdote piemontese che mi ha sostituito nella parrocchia di Tremedal.
L'arrivo di un nuovo sacerdote è stata una cosa positiva, ha portato una ventata di novità. Tutti serviamo ma non siamo indispensabili. Don Giuliano e don Gabriele hanno poi parlato della giornata dedicata agli ammalati: «Si celebra l'11 febbraio in quanto è l'anniversario delle apparizioni mariane a Lourdes - ha detto don Gabriele - è stata voluta da Papa Giovanni Paolo II.
In questa giornata la Chiesa invita le diocesi ad avere attenzione per gli ammalati. Da noi il giorno 11 febbraio si celebra una Santa Messa a Lendinara e anche nelle singole parrocchie ci saranno Messe appositamente dedicate agli ammalati».
Don Giuliano Zattarin ha ricordato il Vangelo di Marco della scorsa domenica, dedicato alla Suocera di Simone ammalata: «La malattia è propria della condizione umana, del nostro essere fragili, non è volontà di Dio. La fede non è quella che risolve tutti i problemi ma piuttosto ci aiuta a guardare avanti, a non chiuderci in noi stessi». Sempre don Giuliano ha letto un testo di Padre Bartolomeo Sorge in cui sostiene che Dio è fonte di gioia: «Chi trova Dio trova l'amore e la gioia. Anche Gesù era piano di gioia, era piano di pace e di gioia, perché aveva in sé la presenza di Dio».
«Gesù - ha detto don Gabriele - invita i discepoli a fare due cose in particolare: Annunciare il Vangelo e a curare i malati. L'allungarsi della vita non corrisponde ad una buona qualità della vita, comporta invece che molti siano coloro che si trovano nelle case di cura, negli istituti e negli ospedali, che vivono più a lungo ma spesso sono da soli e a loro dobbiamo rivolgere la nostra attenzione, non solo da parte dei sacerdoti ma anche da parte di tutti i cristiani».

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