Oggi Giulia è operatrice in due realtà del territorio che si occupano dei medesimi temi: Arcisolidarietà, una delle associazioni in cui ha svolto il Servizio civile, e l’associazione Di Tutti i Colori, che accoglie a Rovigo alcuni ragazzi e ragazze arrivati con la cosiddetta “emergenza Nordafrica”. “Per me è come se non avessi mai finito il servizio, nonostante sia passato quasi un anno – racconta Giulia – Mi è rimasto molto ed è stata un’esperienza, più ancora che di formazione, di conoscenza del territorio e di ciò che si può fare realmente”. L’anno di Servizio civile è servito a mettere in pratica quanto studiato all’Università e a vedere riconosciuta la propria professionalità. “E’ bello tornare dove avevi prestato servizio in precedenza e vedere le persone che ti riconoscono”. Agli aspiranti volontari cosa consigli? “Pazienza, essere stimolati, motivati, scegliere bene il progetto, se necessario rinunciando a proposte che non rispecchiano ciò che si vuole fare”.
La testimonianza di Giulia tocca un tema di forte attualità e oggetto di grande dibattito: l’accoglienza dei “profughi” in fuga dalle coste africane verso l’Europa.
Conosciuti in genere come un fenomeno, fatto di numeri, costi economici e non di rado pregiudizi, per Giulia sono le persone con cui trascorre buona parte della propria giornata: “Sono giovani, vengono in cerca di libertà, essendo fuggiti da paesi in cui la guerra o la discriminazione li mettevano a rischio”. L’Italia in crisi non offre molte opportunità, ma garantisce quelle libertà che altrove sono negate. “L’aspetto negativo è che questa crisi, oltre che economica, è diventata una crisi di relazioni. Le persone in difficoltà, invece di unirsi per cercare di migliorare la propria situazione, si isolano e si combattono tra di loro. In altre parole, una guerra tra poveri” La puntata è condotta da Francesco Casoni e Giulia Martello del Centro di servizio per il volontariato di Rovigo.
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