Nella rubrica “Cercatori di bellezza” in onda questa settimana, si parla di Giustizia Divina e di ingiustizia sociale umana. In studio Salvatore Filella, Nazzareno Pellegrini e Giorgio Del Panta.
Quando si parla di giustizia ci si
riferisce generalmente a un’unità di misura con la quale misurare
le azioni delle persone. Molto spesso questa unità di misura la si
ritaglia però come meglio conviene. E questa convenienza è il primo
atto che renderà falsa ogni successiva azione contraddistinta da
ingiustizia, malvagità e cupidigia. È “l’ingiustizia degli
uomini” barattata come pace e vangelo universale. Un esempio
perfetto di questa ingiustizia era la “pax romana” dei tempi di
San Paolo, tanto osannata sui libri di storia, ma contraddistinta da
un dominio ottenuto, per mezzo di guerre di aggressione, di torture,
di massacri e di croci.
Ogni azione di convenienza basata
sull’accumulo di potere e di ricchezze porta a una struttura di
ingiustizia presente nelle fondamenta del sistema politico-economico
di cui facciamo parte e che rende i ricchi sempre più ricchi e i
poveri sempre più poveri. I risultati di questa ideologia sono sotto
gli occhi di tutti, oggi più che mai visto che i 360 uomini più
ricchi del mondo posseggono la metà delle ricchezze dell’intero
genere umano. A questa “ingiustizia degli uomini” si contrappone
la “giustizia di Dio” che non si basa sull’unità di misura
della convenienza, ma sul chinarsi verso i bisogni degli uomini.
Esempio folgorante ne è la vita di Gesù la cui unità di misura è
stata amare senza misura, spogliarsi, svuotarsi. Si può dormire in
pace solo sul seno di una persona che ha come unità di misura il
dare la vita per la sua creatura, come un bimbo sul seno della mamma,
come un essere umano sul cuore del Dio Incarnato e crocifisso per
amore.
Nessun commento:
Posta un commento