martedì 14 ottobre 2014

Troppe diseguaglianze e ingiustizie tra gli uomini




Nella rubrica “Cercatori di bellezza” in onda questa settimana, si parla di Giustizia Divina e di ingiustizia sociale umana. In studio Salvatore Filella, Nazzareno Pellegrini e Giorgio Del Panta.
Quando si parla di giustizia ci si riferisce generalmente a un’unità di misura con la quale misurare le azioni delle persone. Molto spesso questa unità di misura la si ritaglia però come meglio conviene. E questa convenienza è il primo atto che renderà falsa ogni successiva azione contraddistinta da ingiustizia, malvagità e cupidigia. È “l’ingiustizia degli uomini” barattata come pace e vangelo universale. Un esempio perfetto di questa ingiustizia era la “pax romana” dei tempi di San Paolo, tanto osannata sui libri di storia, ma contraddistinta da un dominio ottenuto, per mezzo di guerre di aggressione, di torture, di massacri e di croci.
Ogni azione di convenienza basata sull’accumulo di potere e di ricchezze porta a una struttura di ingiustizia presente nelle fondamenta del sistema politico-economico di cui facciamo parte e che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. I risultati di questa ideologia sono sotto gli occhi di tutti, oggi più che mai visto che i 360 uomini più ricchi del mondo posseggono la metà delle ricchezze dell’intero genere umano. A questa “ingiustizia degli uomini” si contrappone la “giustizia di Dio” che non si basa sull’unità di misura della convenienza, ma sul chinarsi verso i bisogni degli uomini. Esempio folgorante ne è la vita di Gesù la cui unità di misura è stata amare senza misura, spogliarsi, svuotarsi. Si può dormire in pace solo sul seno di una persona che ha come unità di misura il dare la vita per la sua creatura, come un bimbo sul seno della mamma, come un essere umano sul cuore del Dio Incarnato e crocifisso per amore.  

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