In occasione del Giorno del Ricordo, anche quest’anno la nostra radio ha accolto Lorenzo Maggi,
Delegato Provinciale della Associazione Nazionale Venezia Giulia e due esuli, Maria Schittarellich dal-
mata, nata a Zara e Gigliola Ghersini, istriana nata a Parenzo. «La legge del 30 marzo 2004 ha lo scopo di
conservare e rinnovare la memoria degli esuli italiani uccisi nelle foibe e l’esodo degli istriani, fiumani
e dalmati - ha detto Maggi - e anche per studiare e discutere su quegli eventi. Per molti anni questa vi-
cenda è stata dimenticata, ma ormai da dieci anni c’è questo ricordo di una parte importante della nostra
storia. Siamo convinti che sia un atto doveroso non soltanto per le persone che hanno vissuto questo
dramma ma anche per tenere presente una parte della storia della nostra nazione e della sua identità. Anche le scuole stanno prendendo sempre più coscienza di tutto ciò. Solo dieci anni fa era impensabile fare uno spettacolo teatrale come il musical che Cristicchi sta portando in giro in questi giorni dal intitolo “Magazzino 18” e che prende spunto dagli oggetti che gli esuli hanno portato con loro fuggendo ma che sono stati costretti ad abbandonare nel magazzino del porto di Trieste dove ancora giacciono, perché non avevano una
casa dove metterli. Ricordo che molti esuli hanno vissuto per diversi anni in
fatiscenti campi profughi. «Sono arrivata nel padovano quando ero ancora bambina - racconta Gigliola - avevo poco più di cinque anni e ho dei ricordi relativi. La mia è stata anche una storia fortunata perché nella mia famiglia
non ci sono stati infoibati, non ci sono stati morti. Per un periodo breve mio
papà è stato portato in bosco e mia mamma non sapeva nulla però ha avuto la fortuna di rientrare
in famiglia. Noi eravamo già nate. Le mie quindi sono emozioni trasmesse da mio padre e da mia
madre. Siamo scappati da
Parenzo e siamo giunti a
Conselve. I miei genitori
hanno lasciato là in Istria i
loro genitori e non li hanno
mai più rivisti. A Conselve siamo stati accolti molto
bene, il comune ci diede
un piccolo appartamento.
Il farmacista ha ospitato
i nostri mobili a casa sua.
Ed è stato molto sensibile». Maria è arrivata in Italia quando aveva 15 anni:
«mi ricordo tutto perchè
abbiamo passato dei momenti tristi. Mio papà era
volontario nei Vigili del
fuoco. I partigiani di Tito
lo hanno catturato. Io al
mattino andavo a vedere
dove lo avevano portato.
Però siccome mio papà
era anche un bravo portiere di calcio, era molto
conosciuto e stimato. Per
questo è stato liberato.
Quando nel ‘45 è finita la
guerra, noi dalmati dovevamo decidere se diventare iugoslavi o venire via
da quelle terre.
Noi eravamo italiani
già allora non lo siamo
diventati quando siamo venuti qua».
per le vostre testimonianze ... Un grande GRAZIE . Daniele Milan - Polesella (RO)
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