martedì 13 gennaio 2015
La fede più forte della paura: Padre Toni torna in Sierra Leone
In questa puntata di Missione è ... don Silvio Baccaro intervista Padre Tony Senno, missionario saveriano in Sierra Leone, tornato a casa per qualche settimana ma che proprio in questi giorni si prepara a tornare in Africa.
La Sierra Leone come sappiamo è uno di quei stati dove il Virus Ebola si è diffuso maggiormente provocando tantissime vittime: «Questo virus ci ha colti di sorpresa ha detto Padre Tony - come un fulmine a ciel sereno, non solo noi missionari ma anche l'autorità sanitaria. C'erano stati degli avvertimenti ma la situazione non sembrava così grave. Solo dopo che si verificarono diversi casi nel sud della nazione il governo ha cercato di risolvere la situazione chiedendo aiuto agli Stati Uniti, alla Germania, alla Spagna e all'Italia, stati che già operavano in Sierra Leone con ospedali da campo.
Non è stato facile per due motivi: primo perché non c'era e non c'è ancora un vaccino appropiato e secondo c'è il problema della "non informazione": per chi vive in Africa, in paesi come la Sierra Leone, la comunicazione è difficile, non c'è il telefono, non c'è il cellulare, puoi utilizzare solo un satellitare. Per percorrere cento chilometri di strada io ho impiegato sei ore, lì si trova la la missione più vicina alla mia. Le informazioni che arrivano sono frammentarie e parlano di gente che scappa dagli ospedali da campo. Queste difficoltà hanno provocato altre morti. I morti in Guinea e in Liberia sono molto più numerose di quelle raccontante dai numeri ufficiali. A Mongo l'unica cosa che ti possono fare è misurarti la febbre, se ce l'hai vieni isolato. Non c'è modo di guarire. L'ospedale più vicino è a 115 chilometri di distanza come dicevo. Questo è causa sicuramente di timore anche per noi missionari, la paura varia da individuo a individuo. Diverse Ong hanno lasciato il paese e anche migliaia di cinesi se ne sono andati. Anche qualche missionario ha chiesto di essere spostato altrove. Noi fino ad ora abbiamo scelto di rimanere. Abbiamo certamente paura ma almeno nel mio caso la fede è più forte e mi spinge a ritornare. Fra tre settimane ritornerò, animato dalla gioia, dalla fede e dalle speranza di sempre».
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