venerdì 11 gennaio 2019

Il libro - diario di Luciano Fornari presentato da Mazzetti e Contegiacomo

Un diario personale, rimasto per tanti anni sopra un comodino, è diventato un libro. E’ quello di Luciano Fornari che racconta i cinque anni trascorsi nell’arma dei Carabinieri reali dal 1896 al 1901. Grazie all’interesse dei nipoti, in primis di Francesca Fornari ed in secondo luogo grazie all'impegno dei due autori Adriano Mazzetti e Luigi Contegiacomo è stato consegnato alla memoria collettiva. Lo abbiamo presentato durante la nostra Rubrica Ponte Radio.  «Una ventina di anni fa – racconta Mazzetti nella rubrica Ponte Radio – una famigliare di Fornari mi ha
consegnato un manoscritto molto corposo, di circa trecento pagine, lo trovai subito di grande interesse, tanti che l’abbiamo presentato ufficialmente in piazza Garibaldi alla festa annuale dell’Arma dei Carabinieri alla presenza dei cittadini e delle autorità. Fin da allora venne auspicata la sua pubblicazione. Ci volle però del tempo per capire come pubblicarlo, per selezionarne le parti più interessanti. Ed ora pur dopo molto tempo è uscito questo volume che raccoglie gli aspetti più interessanti dei cinque anni di Luciano Fornari nell’arma dei Carabinieri». Le parti del diario, scritte in prima persona da Fornari, sono alternate alla narrazione dell’autore che introduce e commenta gli episodi vissuti e raccontati. La particolarità del diario è data dal fatto che le vicende personali di Fornari si intrecciano con grandi avvenimenti della storia d’Italia di quel periodo: «questo diario è piacevole perché ci apre una finestra su un periodo storico interessante, quello di fine ‘800 appunto». Ha aggiunto Mazzetti. Fornari infatti nel primo periodo è stato in Toscana nel periodo della caccia ai briganti, in cui c’è una lotta al brigantaggio, si controlla il territorio è a Livorno nei giorni della protesta degli scioperi dei dipendenti dei cantieri navali Orlando, motore dell’economia locale, contro la tassa sul pane con ferimenti ed uccisioni. E’ a Prato quando viene assassinato il Re Umberto II nel 1900. L’omicidio avviene a Monza però l’omicida, Gaetano Bresci era originario di Prato e quindi Fornari svolge controlli nella linea ferroviaria ed al tiro a segno dove il Bresci si addestrava. Raccogliere e conservare le testimonianze di vita del passato, diari, racconti, storie e metterli a disposizione degli altri, farne delle pubblicazioni è importante per capire le nostre origini, la nostra storia: «Quando scompare una persona c’è il rischio di fare un fagotto e buttare via tutto - ha detto Contegiacomo - a me piacerebbe che tutti gli archivi, quelli comunali o come l’archivio di Stato dove ho lavorato, diventassero il luogo della memoria delle famiglie. Sarebbe bello che le famiglie, le persone, consegnassero le memorie di famiglia e che queste diventassero consultabili, fruibili da tutti».

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Qui sotto altre foto dell'intervista in radio:




 Qui sotto la copertina del libro:


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