“Progetti bruciati” è il titolo
della mostra dell'artista Baran in programma dal 20 dicembre al 7
febbraio al Semptem Maria Museum di Adria (accanto all'ex idrovora
dell'Amolara). L'arte di Baran, pseudonimo di Andrea Barasciutti,
appartiene a quella categoria di arte di denuncia sociale, di protesta contro qualcosa che non funziona.
“Progetti Bruciati” è una mostra
che nasce infatti, da un disagio professionale dell'artista che da molti anni
svolge la professione di architetto. Quelli che propone
sono veri e propri lavori disegnati al tecnigrafo ed al computer, per
partecipare a gare, a bandi pubblici. Progetti mai realizzati, scartati, rimandati, o messi in un
cassetto, destinati a perdersi tra le scartoffie del suo studio.
Un giorno preso dallo sconforto e dalla rabbia Baran prende questi progetti e li lancia fuori
dalla finestra, dopo averli appallottolati e stropicciati. Poi si ferma un attimo a guardarli e va a raccoglierli perché pensa
che possano nutrirsi di vita nuova diventando una forma d'arte, un
simbolo di protesta sociale.
Gli fa fare un percorso nuovo, secondo le indicazioni dei quattro elementi dell'architettura vitruviana ovvero l'acqua, l'aria,
la terra ed il fuoco. Li mette per terra, gli fa prendere aria, li brucia e l'opera è il risultato di tutti questi passaggi.
Baran, è ospite della rubrica Ponte
Radio, accompagnato dalla curatrice della mostra, Melania Ruggini,
per illustrarci proprio come è nato questo suo progetto.
«Il progetto è nato proprio dalla
riflessione su quella che è attualmente la professione
dell'architetto.
In Italia oggi, questa professione non
viene presa nella giusta considerazione, soprattutto nella parte
progettuale, ci si trova per esempio a dover partecipare ad un
concorso al quale sono stati invitati a partecipare duecento
architetti e si è fatta poi una commissione giudicatrice che ha
eletto il vincitore, questo progetto dopo dieci, quindici anni, non è
ancora stato realizzato, per tantissimi motivi. Questo concetto si
può anche estendere ad altre realtà come quella dei giovani che
magari hanno idee valide e restano ai margini della società ».
Baran ha sempre una avuto nella sua visione artistica una attenzione particolare verso chi resta al margine della società, come quando dipinge solo ai margini di un quadro, lasciando il centro della tela in bianco, per dimostrare come la nostra società sia un vuoto di valori ed invece ai margini vi sono tanti colori che esprimono la ricchezza e la vivacità degli ultimi, dei poveri, degli emarginati.
Le opere in mostra al museo di Adria saranno quindici ed inostra ci sarà anche una installazione “site specific”. Per conoscere i lavori dell'artista si può visitare il suo sito personale www.baranart.it
Baran ha sempre una avuto nella sua visione artistica una attenzione particolare verso chi resta al margine della società, come quando dipinge solo ai margini di un quadro, lasciando il centro della tela in bianco, per dimostrare come la nostra società sia un vuoto di valori ed invece ai margini vi sono tanti colori che esprimono la ricchezza e la vivacità degli ultimi, dei poveri, degli emarginati.
Le opere in mostra al museo di Adria saranno quindici ed inostra ci sarà anche una installazione “site specific”. Per conoscere i lavori dell'artista si può visitare il suo sito personale www.baranart.it
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