venerdì 11 ottobre 2013

Volontariato all'Unitalsi: roba da giovani



Radio Volontariato questo mese ci fa conoscere due giovani volontari dell’Unitalsi, Giacomo e Noemi. Ai microfoni di Francesco Casoni sono partiti raccontando cos’è l’Unitalsi (letteralmente Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari italiani): «in poche parole – ha detto Noemi – si tratta di una associazione di volontariato che ha lo scopo di dare il proprio tempo a persone che si trovano in difficoltà. E’ stata fondata da un disabile, per questo cerchiamo di mettere al centro del nostro interesse le persone disabili. Questo disabile era stato invitato ad andare a Lourdes, lui ha accettato ma con l’intenzione di spararsi una volta arrivato sotto la grotta. Quando fu lì però vide gli ammalati e le persone che li assistevano e in quel momento cambiò idea. Le attività più conosciute sono appunto l’accompagnamento degli ammalati ai pellegrinaggi, specialmente a Lourdes con i treni bianchi. L’opera dell’Unitalsi però non si ferma lì ma è un lavoro che dura tutti i giorni». Giacomo che ha solo 18 anni, ha spiegato perché ha scelto di fare parte dell’Unitalsi: «a livello personale mi ha spinto una ragazza che è in classe con me e che è in sedia a rotelle, convivendoci per un intero anno scolastico con queste persone impari ad apprezzare quello che tu hai e che loro non hanno, come semplicemente la possibilità di andare a correre oppure essere liberi di andare dove vogliono. 

Ci si rende conto che c’è bisogno di un aiuto, c’è bisogno di includere nella nostra realtà queste persone meno fortunate. L’incontro con una persona così è molto forte a livello emotivo e ti senti accolto e propenso a dare qualcosa». Francesco ha quindi chiesto a Giacomo come ha conosciuto l’associazione: «E’ stato un incontro casuale, ad una festa di compleanno di una ragazza c’erano persone disabili e persone dell’Unitalsi che mi hanno proposto di partecipare al pellegrinaggio di Loreto. Io con la mia fede che non è proprio salda, mi sono comunque messo in gioco, mi sono detto che era una cosa che mi poteva servire anche per i miei studi in quanto frequento Scienze Sociali, quindi mi sono sentito libero di provarci». Come ha detto Francesco, quando si parla dell’Unitalsi si pensa che i volontari non siano persone giovani e non molto religiosa, ma al contrario si immagina siano delle persone anziane e profondamente radicate nella fede: «Nonostante i miei dubbi sulla fede mi sono sentito accolto dall’associazione, l’importante era assistere, entrare in relazione con l’altro. Però non è stata lesa la mia libertà, io ero libero di scegliere se andare a Messa o meno, e questo l’ho apprezzato molto. Per me comunque è stato un fatto nuovo, un’occasione di confronto con le persone che fanno parte di questa realtà e solo stando a contatto con queste realtà ci si rende conto dei molti pregiudizi che ci sono in circolazione. Quindi secondo me bisogna provare certe esperienze in prima persona. Le visioni diverse dalle tue insegnano a crescere». L’incontro di Noemi con l’Unitalsi è arrivato molto presto all’età di otto anni con un pellegrinaggio a Lourdes che era stato per lei molto duro e promise di non tornarci mai più: «Però nel 2010 alla festa giovani mi è stato proposto di nuovo di ritornare ed ho accettato. Questa volta è stata una esperienza felice e ho capito che aiutare gli altri sarebbe stata la mia strada».


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